Giorno 19 mese Luglio Anno 2010,
questa data rimarrà nella storia del Villa Pamphili perchè ha segnato un nuovo passo verso l’evoluzione di una società ormai proiettata verso tutto ciò che è il mondo della palla ovale.
Dopo un bellissimo campionato nella serie C del Lazio di Rugby Union, dopo delle ottime prestazioni nei tornei Rugby Seven, dopo una buona rappresentanza nei tornai di Beach Rugby (Miranda Ivano), il Villa si è cimentato nel Rugby League, giocando contro la terza squadra del campionato italiano di questa disciplina e uscendone, seppur fosse la prima partita, seppur sconfitta, con una buona prestazione.
La giornata è davvero calda, il mercurio non vuole saperne di rimanere costretto dentro la colonnina e tocca i 35 gradi.
La federazione di Rugby League Italiana ha scelto di far disputare la partita alle 15,00 anche per questioni legate alle Tv presenti per la diffusione video degli eventi, orario improbo per i più, ma non per i giocatori di rugby.
Facce note del giornalismo sportivo (Luca Tramontin e Daniela Scalia) si aggirano nella struttura dell’Unione Rugby Capitolina.
Il dirigente accompagnatore Diggiovannantonio tiene un breve ma incoraggiante discorso agli atleti e indica chi vestirà “i gradi” di capitano per la partita: la scelta cade sul più anziano del gruppo il flanker Ricci.
Le ultime parole di Giannicola e Marrone, due lider indiscussi della squadra.
Il capitano snocciola la formazione, premiando chi ha fornito la propria continua presenza sul campo d’allenamento e arringa i suoi ragazzi per l’ultima volta prima di scendere in campo.
Ecco che il fischio dell’arbitro sancisce l’inizio.
Il pilone De Cupis, giovanissimo nell’età, ma navigato nell’esperienza, consigli la scelta giusta da farsi: prendere il campo contro sole per la prima frazione con vento contro.
Gli Spartani catanesi da parte loro sono arrivati a Roma determinati a giocarsi una bella partita e dimostrano quanto siano preparati andando immediatamente in meta due volete nei primi 10 minuti. Il Villa oltre a non aver mai giocato una sola partita a XIII, non ha nelle gambe e nella testa gli 80 minuti agonistici e per buona parte della gara rimane in balia dell’avversario.
Gli etnei dimostrano ottima fisicità e buon gioco, vogliono onorare il terzo posto che loro compete a livello nazionale.
Il Villa Pamphili però si mostra in tutta la sua fierezza quando rialza la testa, come un pugile all’angolo che trova un diretto formidabile, e comincia a macinare gioco, più da quindici che da tredici, mette sotto pressione la formazione siciliana e in più di un’occasione si affaccia all’interno dei 22 avversari fino a quando l’indomabile De Felici con enorme dimostrazione di forza schiaccia in meta l’ovale.
Gli spartani catanesi non si lasciano intimorire e si riportano nella metacampo villana soggiogando nuovamente i bianco verdi.
Termina il primo tempo.
Le squadre entrano in campo, ma in una delle due è cambiato qualcosa… forse è il fiato rotto, forse è la scelta tattica che il navigato pilone ha suggerito al suo capitano (ora il vento è a favore ed sol sceso di qualche grado entra diritto nelle orbite oculari delgi avversari), forse è la grinta che il Villa vuole dimostrare, forse è la consapevolezza che, per essere la prima volta e contro avversari che generalmente militano in campionati superiori nel Rugby Union, non si sta giocando poi male!
Le carte in tavole sono cambiate e il risultato parziale (3 mete a 2 per gli etnei) lo dimostra.
Il Villa Pamphili comincia a giocare con molto più ordine facendo “viaggiare” la palla da una parte all’altra del campo di gioco con belle e prolungate fasi alla mano che si tramutano in una meta del mediano di mischia Marrone (terza centro nella squadra a 15), che finta l’apertura della palla e lascai sul posto il suo diretto avversario andando a schiacciare in mezzo ai pali avversari con relativo goliardico sberleffo (simil passo dell’oca alla maniera dell’indimenticato campione australiano David Campese) e in un’altra spettacolare azione di forza del secondo centro (terza ala nella squadra a 15) De Felici, che impressiona per la facilità di liberarsi dei placcatori.
Il Villa mostra però i suoi punti nevralgici sugli esterni della formazione dove i catanesi riescono a passare battendo il diretto placcatore villano i quasi tutte le occasioni da meta, bravi quindi a creare la superiorità al largo.
Preme segnalare le ottime prove di Giulio Giuseppe Giorno, che prova ripetutamente ad attaccare le maglie della difesa catanese per trovare “il buco”, dimostrando di essere entrato appieno nei meccanismi del giuoco del Rugby, e di Giordano che rientrante da un lungo infortunio si mette subito a disposizione della squadra con le sue qualità migliori: abbattere tutto ciò che incontra.
Mancherà alla formazione villana un elemento così nella prossima stagione e per l’apporto che sa dare in campo e per le qualità morali ed umane che albergano in lui.
La partita termina 42 a 14 per gli etnei che raggiungono il risultato per cui sono giunti nella capitale, ma rimane la bella prova del Villa Pamphili che a tredici non ha mai giocato e che ha onorato l’impegno con spirito di abnegazione e sacrificio.
E’ questo il modo giusto per intraprendere una nuova stagione… il Villa non è più una squadra di giocatori imberbi!!!
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Commenti
Leader indiscussi....ahahahah
Grande Torva!!